01 - Il sistema
02 - Assurdo
03 - Deragliamento personale
04 - Ipercubo
05 - U-topia
06 - Rollerball
07 - La verità
08 - CPSOM
09 - Dis-u-topia
Era da tempo che non ascoltavo roba così fresca, non dico innovativa perché negli USA questo “filone” musicale è ormai collaudato da tempo, però qui in Italia un disco del genere non si era mai sentito. Non voglio però stare qui a dire che si sono ispirati a modelli come El-P e che il disco suona Def Jux perché non so quanto potrebbe far piacere ai “ragazzi artificiali” essere etichettati come “quelli che fanno roba alla Def Jux”.
Passiamo però ad analizzare il disco nel quale ritrovo solo una pecca: da buona groupie di Danno mi piange il cuore sentire alcune tracce durare solo 2 minuti, ma in fin dei conti è solo un capriccio personale, quindi oggettivamente questo disco non ha pecche!
Un concept album realizzato perfettamente, un vero e proprio viaggio nella vita di Numero 47. Già il titolo è tutto un programma, forte critica (per come la vedo io) alla globalizzazione ed alla massificazione che stanno prendendo sempre più piede nella nostra società (”sei un numero, una cifra sopra il loro tabulato”). Vorrei citare qualche barra e commentarla, ma mi accorgo che facendo in questo modo dovrei riprender praticamente il 99% dei versi scritti da Danno. Ad esempio citerei tutta Assurdo che è forse la traccia meno “futuristica” o per meglio dire più diretta con temi che trattano di una realtà che ci è vicina, non che le altre parlino di un futuro così lontano, ma questa più delle altre ci mostra il volto della società nella quale viviamo senza perdersi troppo in visioni estremamente Cyber-Punk come succede ad esempio ne Il Sistema o in Cpsom, senza tralasciare la visionaria e psichedelica Deragliamento Personale nella quale Danno “in bilico su funi” ci racconta un viaggio tutto suo tra mente e realtà come essa appare ai suoi occhi. Personalmente dico che quest’album va vissuto, devi entrare nella testa degli Artificial Kid (non solo di Danno perché quest’album con un tappeto musicale diverso non renderebbe assolutamente come invece fa) e capire i loro ragionamenti. L’album infatti non è per nulla leggero o semplice all’ascolto, io prima di apprezzarlo veramente ci ho messo un mesetto buono o poco più e ovviamente le prima cosa che mi ha “fomentato” alla grande è stata Ipercubo. E' infatti la prima traccia che ti colpisce perché è forse la meno profonda del disco (sempre con rispetto parlando e non escludo che un domani forse cambierò opinione a riguardo) perché alla fine è la versione “elevata al cubo” di una Toro Scatenato o di una Hardcore FM, pezzi ottimi che però sono principalmente esercizi di stile (e che stile!) e tracce perfette per accendere un live o farlo esplodere del tutto (all’attacco di Ipercubo è venuto giù il Villaggio Globale a Roma ed alcune testimonianze narrano di come anche al Cantiere su a Milano sia scoppiata la folla all’attacco dello stesso pezzo).
Decisamente azzeccata l’idea di inserire un intro ed un outro in Utopia e Dis-u-topia, bastano poche barre l’una per farci provare quello che magari con un pezzo più esteso ed elaborato, la traccia non avrebbe trasmesso: “soli nel silenzio di ogni nostro sogno infranto contro le loro mura erette in nome della nuova genia Dis-u-topia”.
Classico monito: COMPRATE IL DISCO! Stavolta oltre a dirlo per supportare i ragazzi, lo consiglio proprio per altri motivi:
1- Il disco è strepitoso ed averlo nella propria collezione è un Must per chiunque apprezzi la buona musica fatta da chi non si monta la testa e ama ciò che fa;
2- Il booklet del disco da solo vale l’acquisto, i disegni di Champa (il quarto Artificial Kid) sono grandiosi e la grafica di Paura corona il tutto.